Come combattere la cellulite nel fitness.

Come combattere la cellulite nel fitness.

Cos’è la cellulite?

La cellulite “estetica”, più precisamente chiamata PEFS (Pannicolopatia Edemato-Fibro Scheletrica), o anche Liposclerosi, indica un’alterazione del sistema venoso-linfatico, con un rallentamento del flusso sanguigno (ritorno venoso), ed una ritenzione liquida da parte dei tessuti. Inoltre, la cellulite presenta solitamente un alterazione del tessuto sottocutaneo che è ricco di cellule adipose (questa condizione è probabile, ma non sempre la cellulite ha stretta correlazione con il tessuto adiposo), ovvero, non sempre la cellulite attacca le persone con un elevata composizione corporea composta da massa grassa.

CelluliteTutte le alterazioni di tipo ormonale (vedi estrogeni) e vascolare, spesso accomunate ad una vita sedentaria e/o stressata, un’alimentazione scorretta e ancor di più un’idratazione non sufficiente, possono essere le cause scatenanti della formazione di cellulite!

Solitamente nella cellulite le cellule adipose tendono ad ipertrofizzarsi e vanno ad occupare gli spazi intracellulari, dove si va a creare un accumulo di liquidi, che perlopiù sono i prodotti derivanti dai processi biochimici.

E’ un fenomeno-patologia che interessa in modo particolare il sesso femminile (circa 80-90% della popolazione), e in parte molto minore anche gli uomini. Questo problema inizia a sorgere durante la fase adolescenziale, nella maggior parte dei casi, eziologicamente dovuto ai cambiamenti ormonali.

Il termine pannicolopatia, sta ad indicare una patologia del pannicolo adiposo sottocutaneo; l’edema, invece, indica l’accumulo di liquidi nel tessuto adiposo e il loro “persistente ristagno”, mentre i fenomeni di cosiddetta “delimitazione dell’edema” vengono chiamati: fibrosclerotici.

La cellulite ha 3 classi di crescita, in cui viene suddivisa: Edematosa, Fibrosa e Sclerotica. Prima si forma l’edema, poi la fibrosi ed infine si crea una sclerosi; ovvero in primo luogo si ipertrofizzano gli adipociti, poi si crea l’edema (accumulo di liquidi) nel tessuto adiposo, o meglio tra lo spazio intercellulare degli adipociti (cellulite edematosa), poi si “indurisce” il connettivo, creandosi appunto la fibrosi (cellulite fibrotica), ed infine nascono sul tessuto connettivo  indurito dei noduli, che danno vita alla terza ed ultima fase, detta sclerosi (o cellulite molle).

Come combatterlo e sconfiggerlo nel fitness?

Per combattere in modo efficace la cellulite, occorre comprendere oltre una buona conoscenza strutturale-anatomica, anche la sua “fisiologia” durante degli sforzi fisici, e valutare con attenzione e accuratezza le modalità di trattamento in palestra.

Oltre i soliti cliché e stereotipi già dibattuti ampiamente da anni, es. non fumare, bere molta acqua, alimentazione sana ed equilibrata ecc ecc…che sono giusti ed importantissimi per combatterla, sia chiaro: noi vogliamo fare una riflessione sul trattamento di questo fenomeno nel campo wellness-fitness, andando a cercare di capire fino in fondo tutti i parametri che vanno ad incidere su un allenamento per la cellulite.

I macro-problemi sono fondamentalmente due! Il primo più meccanico, mentre il secondo più epatico-ormonale.

  1. Attenzione agli urti!

Gli urti con il terreno, di intensità importanti e ripetuti, come la corsa, i balzi, la corda, e quant’altro portano dei problemi, e non delle soluzioni alla “battaglia contro la cellulite”; infatti con impatti di questo genere si creano delle microlacerazioni  alle membrane delle cellule adipose, che possono andare a peggiorare la situazione. Oltre a creare una forte produzione di acido lattico.

  1. La regolazione del PH!

In più, oltre agli impatti occorre prestare una notevole attenzione, ai lavori che ci portano ad ottenere una forte produzione di lattato, che essendo acido va ad alterare il nostro PH (rapporto acido-basico), che si trova tra i 7,3 e 7,4, fondamentalmente neutro, appena più alcalinizzato che acidificato; infatti una forte produzione di acido lattico può andare ad enfatizzare una situazione di cellulite.

PROPOSTA:

Allenate i soggetti in un range che sia di resistenza o di forza, evitando l’ipertofia il più possibile; questo in una fase iniziale, una volta che i problemi sono risolti o in via di risoluzione, potremmo allora incominciare ad inserire altri “protocolli”, con le rispettive attenzioni, cautele e soprattutto progressività del caso.

In una fase di condizionamento o ri-condizionamento cominciare con allenamenti a basse intensità e senza la presenza di forti impatti col terreno (es. camminata sì, corsa no), per poi passare ad una fase preparatoria alla forza con carichi che non devono superare le 6 ripetizioni, ed infine cercare una forza che si avvicini sempre più al sub-massimale, successivamente anche massimale, con le cautele e prevenzioni del caso (vedi certificato medico agonista); chiaramente in soggetti che non presentano queste predisposizioni, es. “la signora Pina”, non porteremo mai i carichi ad esaurimento, e cercheremo un lavoro meno intenso, ma senza andare nel range ipertrofico.

E’ molto importante una corretta e periodica monitorizzazione, e per farlo ci si può e deve affidare alle tecnologie a disposizione, in modo particolare: BIA (per avere dei dati tricompartimentali del soggetto in questione, soprattutto vanno analizzate l’acqua totale e quella intra ed extracellulare), il test del lattato (per controllare che il soggetto da noi allenato non produca troppo lattato). Ultimo e non ultimo, ricordarsi che la pelle a “buccia d’arancia”, manifestazione estetica della cellulite, solitamente va a localizzarsi sempre nelle stesse zone (glutei, cosce…) e quindi per poterla combattere non dobbiamo andare a creare infiammazione eccesiva in quelle determinate zone, soprattutto nelle prime fasi dell’allenamento, ma cercare un aumento della massa muscolare generale nel corpo, non commettendo l’errore più comune: banalizzare l’allenamento femminile circoscrivendolo solamente alle zone di gambe e glutei!

A cura di,

Gabriele Grassadonia e Eugenio Di Maro

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